martedì 1 settembre 2009

Tornano gli Stryper (acronimo di "Salvation Through Redemption, Yielding Peace, Encouragement, and Righteousness"), gruppo di Christian Rock per eccellenza.
Per la voce di mr. Mathew Sweet il tempo sembra non passare mai. Dico davvero. Certo non ci delizia più come ad esempio faceva in "Against The Law" del 1990, ma compete ancora da pazzi.
Accolto dalla critica in modo molto favorevole, "Murder By Pride" è un buon album di hard rock moderno, ma decisamente non un capolavoro. Il balzo in avanti rispetto agli ultimi lavori è comunque notevole: Sweet ha dichiarato di aver composto ogni canzone con in mente i consigli dei fans, ovvero più chitarre, più assoli e parti vocali più impegnative.
Il batterista Robert Sweet è sostituito nell'album dal turnista Kenny Aronoff, anche se sarà lui a suonare durante il tour.
Bando alle ciance e passiamo alla musica.
Si parte ottimamente con "Eclipse Of The Son", decisamente la scelta giusta per aprire il disco. Decisamente vecchio stile, ma con un evidente tocco di moderno.
"4 Leaf Clover" incattivisce leggermente l'atmosfera rivelandosi gradevole, ma scontata.
Segue una fantastica cover di "Peace Of Mind" dei Boston (l'originale è dall'album "Boston" del 1976, procuratevelo) con tanto di special guest: niente di meno che Tom Scholtz (chitarrista dei Boston) alla chitarra! E' decisamente il pezzo migliore dell'album... ehm...
"Alive" è la prima ballad, avvolgente, carezzevole e d'atmosfera. Però a tratti ricorda moltissimo "Way To Fall" degli Starsailor.
"The Plan" non riesce affatto a catturare nei suoi tre minuti di rock da college americano.
Si torna ad alti livelli con "Murder By Pride" che, per capirci, è molto stile Crashdiet.
"I Believe" è la seconda ballad, stavolta semi acustica. Sweet stupisce di nuovo, ma non è un pezzo memorabile.
"Run In You" si apre con un ruffianissimo pianoforte e si rivela ennesima ballad semi acustica carina ma nulla più.
"Love Is Why" è rock malinconico e romantico, ma ben riuscito.
"Mercy Over Blame" è davvero una bella canzone: riff pesante quanto basta, crash a manetta e ritornello strappa orecchie.
"Everything" in partenza porta alla mente "Enter Sandman" dei Metallica, ma per fortuna ogni dubbio è fugato dall'avanzare compatto e penetrante della canzone.
(Quasi)miglior pezzo in chiusura: "My Love (I'll Always Show)" è trascinante e originale. Unico punto debole il ritornello un po' scialbo.
In conclusione un album riuscito a metà, che stuzzicherà il palato dei fans e lascia promettere bene per il futuro, ma presenta troppe incertezze che una volta gli Srtyper non avevano. Si impegnano ma potrebbero fare di più.

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