lunedì 4 gennaio 2010

C'erano una volta i quasi inventori del thrash.
"Ma come?! Non erano i Metallica gli inventori del thrash?!"
Ho detto "quasi": gli Exodus fra i membri fondatori annoveravano Kirk Hammett (che poi li abbandonò per saltare sul carro dei vincitori, i Metallica) e iniziarono a... "inventare" uno o due anni prima dei 'tallica. Ma furono surclassati dalla classe compositiva di Hetfield, Mustaine, Burton e Ulrich, che arrivarono prima al successo.
Gli Exodus vengono ritenuti da molti come gli unici veri thrashers, per via del loro stile diretto e senza compromessi.
Con la storica formazione Paul Baloff (voce - RIP 2001), Gary Holt (chitarra), Rick Hunolt (chitarra), Tom Hunting (batteria) e Rob McKillop (basso) incisero il leggendario "Bonded By Blood" nel 1985, divampando nel mercato mondiale.
"Giusto, il loro album storico è Bonded By Blood! Che ci frega di Fabulous Disaster?!"
Appunto, "Bonded By Blood" non ha bisogno di presentazioni perché lo conoscono tutti, mentre "Fabulous Disaster" è un album per certi versi migliore di cui pochissimi sono a conoscenza.
Già dal secondo disco, "Pleasures Of The Flesh" (poche idee sfruttate maluccio e peggiorate da una produzione pessima) del 1987, cambia la formazione: Paul Baloff viene sostituito per motivi di esuberanza alcoolica da Steve 'Zetro' Souza (prima nei Testament, nei quali lasciò il posto a Chuck Billy): ciò permette di fare un passo avanti in termini musicali, pur non rinunciando allo stile vocale inaugurato da Baloff.
Il seguente "Fabulous Disaster" incarna liricamente e musicalmente la filosofia degli Exodus contenuta nella frase 'Good Friendly Violent Fun': tanta musica potente, diretta, violenta e dannatamente divertente. I concerti degli Exodus erano famosi perché i fan, alla richiesta del singer di turno di sfasciare tutto, sfasciavano DAVVERO tutto. Per questo gli unici posti in cui suonavano a inizio carriera erano barbecue sulla spiaggia o feste in giardino. Quando la canzone "Bonded By Blood" recitava 'there's blood upon the stage', non era una metafora.
Tornando alla musica, mentre il loro debut album era sì bello, ma altrettanto difficile da digerire tutto d'un fiato, questo terzo lavoro scorre via che è un piacere senza rinunciare a nulla. La produzione è pulita e scintillante, capace di far risaltare ogni singola nota senza compromettere la violenza del prodotto finale.
"The Last Act Of Defiance" parte con un'invettiva parlata contro l'inefficienza del sistema carcerario (e credetemi, dopo aver studiato per l'esame di criminologia ne so qualcosa: sono parole sante) e poi carica con la classica ritmica thrash cassa-rullante per tre minuti al cardiopalma.
"Fabulous Disaster" è un'altra sferzata di rabbia ad opera di un riff che non si può definire in altro modo se non 'massiccio e dissonante' seguito da un cambio ti tempo e un secondo riff da antologia.
Il vero traino del disco è però la fantastica "The Toxic Waltz", che ricevette anche un airplay decente su MTV. Ho scoperto quest album proprio grazie a questa canzone, che colpisce sin dal primo ascolto: impossibile non dimenarsi durante il ritornello! Pazzesca e dal finale cadenzato semplicemente perfetto!
Ed ecco il pezzo anomalo! "Low Rider" è, anche grazie al suo coinvolgente campanaccio, una mosca bianca nel repertorio Exodus, un raro esempio di thrash 'per tutti' come non ne comporranno più.
Più o meno lo stesso discorso vale per la paludosa "Cajun Hell": atmosfere blues e country in una canzone thrash?! Cazzo, sì!!!
Con la lunga "Like Father, Like Son" si torna su sonorità standard: otto minuti di delirio metallico vecchio stile ricco di cambi di tempo e grandi idee.
Se cercavate la cattiveria tipica degli Exodus di quel periodo, eccovel aservita su un piatto d'argento con "Corruption". In questo disco holt e Hunolt sono davvero in stato di grazia! Riescono a intrecciare assoli e riff da antologia come se niente fosse!
La cavalcata continua con la spiazzante "Verbal Razors", quattro minuti in cui vi sentirete come una lumaca senza guscio nel tunnel del vento. Non so se ho reso l'idea, ma il riff è da applausi.
Escludendo l'ottima cover bonus degli AC/DC, "Overdose", l'album si chiude con "Open Season": ancora una volta niente rifiniture, niente fronzoli, solo thrash metal spappola-timpani dal produttore al consumatore!
Purtroppo il successivo album "Impact Is Imminent", pur avendo dei buoni spunti, non è al livello del blasonato predecessore: in esso così come in "Force Of Habit" assistiamo a un incattivimento del sound fine a se stesso, non accompagnato dalla ricerca di nuove soluzioni. Poi gli Exodus spariscono dalle scene (problemi con la label) fino al 2004, in cui ritornano con il violentissimo "Tempo Of The Damned" , per poi proseguire sostituendo Rob Dukes a Zetro (senza parlare degli stravolgimenti del resto della formazione, l'unico membro fisso rimane Holt) e pubblicando gli ancor più violenti "Shovel Headed Kill Machine" (2005) e "The Atrocity Exhibition: Exhibit A" (2007), dal dubbio valore artistico e dal sicuro valore commerciale.
In conclusione, aspettando "The Atrocity Exhibition: Exhibit B", che a detta dello stesso Holt sarà meno pesante della prima parte, andate a rispolverare questo vecchio, piccolo capolavoro rispondente al nome di "Fabulous Disaster".

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