sabato 11 luglio 2009

Trentasei anni di carriera e non sentirli. Perchè gli AC/DC calcano il palcoscenico dal 1973, ma ascoltando questo loro ultimo album il tempo sembra non essere passato, a esclusione della tecnologia di oggi, che permette un sound molto più pulito.
Dopo aver venduto oltre sette milioni (stima per difetto rispetto ai dati di vendita di maggio 2008) di copie ed essersi piazzato alla prima posizione in ben ventinove paesi, ottenendo 8 dischi multi-platino, 12 dischi di platino e 4 dischi d'oro, finalmente mi sono deciso a recensire "Black Ice".
Per il lancio dell'album, il 16 Ottobre 2008, il Colosseo di Roma è stato illuminato per un'ora da una proiezione del logo deglla band.
Come sempre questi arzilli australiani fanno le cose in grande, in grandissima.
Tutte le tracce sono a firma dei fratelli Young, ma questo era scontato.
Ad essere sincero erso scettico sulla riuscita di "Black Ice", visto lo iato di ben otto anni dal precedente "Stiff Upper Lip". Ovviamente mi era sfuggito un piccolo particolare: i fratelli Young sono due mostri e gli AC/DC non sono una band qualunque. Di certo anche loro hanno sfornato dischi non certo memorabili (uno su tutti "Fly On The Wall" del 1985), ma stavolta hanno decisamente centrato il bersaglio. Di nuovo.
Si parte sul "Rock N' Roll Train", che macinerà chilometri nel vostro lettore per quanto la riascolterete. Primo singolo estratto e nuovo classico. Classica ritmica semplice ma trascinante come non mai. Personalmente credo che gli AC/DC non componessero una canzone a questi livelli dai tempi di "Thunderstruck" (dall'album "The Razors Edge", 1990). La cruda voce di Brian Johnson (che ricordo ha sostituito il grandissimo Bon Scott nel 1980, dopo che quest ultimo morì in macchina soffocato dal suo stesso vomito. Yuck.) vi trascinerà in un viaggio blues 'n' roll che dimenticherete solo una volta morti.
"Skies on fire" è di una semplicità spiazzante, sa di già sentito in modo assurdo, ma, cazzo, è fantastica. Tipico degli AC/DC: fanno le stesse cose da quasi quarant'anni, ma sono talmente bravi che li si può solo ringraziare e sperare che non cambino mai!
Altro centro piazzato con "Big Jack", trascinante e dalle ritmiche serrate. Tipico riff stoppato alla AC/DC e ritornello a dir poco da stadio.
Con "Anything goes" i nostri piazzano il primo pezzo vacillante dell'album, a causa del riff poco ispirato e dalla melodia decisamente pensata per piacere anche a chi gli AC/DC non sa manco chi sono (ma esiste gente del genere?).
"War machine" getta carbone nella caldaia della locomotiva e si accellera da pazzi. Dopotutto con un titolo del genere c'era da aspettarselo.
"Smash 'N' Grab" è un mid-tempo da ascoltare a palla scolandosi una bottiglia di Jack Daniel's.
"Spoilin' for a fight" ha un riff assolutamente fantastico, trascinante, che vi porterà alla mente il caro vecchio Angus Young e la sua tipica camminata.
Con "Wheels" si torna sull'ultra classico, con il suo riff e il suo ritornello molto anni ottanta.
"Decibel" col suo ritmo quasi sincopato vi farà scapocciare pur non essendo una canzone potentissima.
"Stormy May Day" è uno dei migliori blues and roll che abbia mai sentito. Uno spettacolo di canzone, dalla prima all'ultima nota.
Quando ho ascoltato per la prima volta "She likes rock 'n' roll" m'è venuto un magone alla gola: erano secoli che non sentivo un rock and roll classico, trascinante e sessuale come questo.
"Money made" è un altro mid-tempo che rallenta per un attimo la corsa e vi introduce alla sognante "Rock 'n' roll dream" (mettetecelo ogni tanto "rock 'n' roll" nei titoli delle canoni, eh!).
L'inizio di "Rocking all the way" ricorda vagamente il riff centrale di "You've got another thing coming" dei Judas Priest. Giusto l'inizio, perchè poi diventa 100% AC/DC, anche se sinceramente mi sembra il secondo pezzo meno riuscito del platter.
In ultimo, largo alla title-track, riff azzeccatissimo vagamente Aerosmith e ritornello strappa orecchie. Black ice!
Morale della favola: se dopo otto anni è questo il risultato, sono disposto ad aspettare anche di più.
Il "Black Ice Tour" ovviamente è andato tutto esaurito nel giro di pochi minuti (sì, minuti!), tanto da costringere gli AC/DC ad aggiungere diverse date.
Però dopotutto, soprattutto con un album del genere, c'era da aspettarselo.

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