venerdì 10 luglio 2009

Chi ha detto che la rabbia non porta nulla di buono? Sammy Hagar (voce) se ne andò (o venne cacciato?) dai Van Halen dopo che questi incisero alcuni pezzi inediti con David Lee Roth, che li aveva abbandonati dopo "1984". Michael Anthony (basso), dopo 31 (primo album nel '78) anni di onorata carriera nei Van Halen, è stato rimpiazzato da... Wolfgang Van Halen, il figlio di Edward: se non è nepotismo questo! Ora potete anche farci credere che non vi importa, che siete superiori, che è acqua passata: bravi, così si fa. Però non ci venite a dire che in parte questo progetto non è nato anche dal fatto che vi rodeva il culo. Perchè per un side project non si chiamano Joe Satriani (chitarra) e Chad Smith (batterista dei Red Hot Chili Peppers).
Massì, ma chi se ne frega, dopotutto è la musica che ci interessa, non il gossip!
E qui dentro c'è musica di alta qualità.
Tutte le canzoni sono composte da Satriani e Hagar, tranne dove lo indicherò.
"Avenida Revolution" vi catturerà sin dalle prime battute, con una sezioe ritmica che si scalda per esplodere nel ritornello.
"Soap on a rope" è fantastica, anche se personalmente l'avrei accorciata di un minutino scarso, vista la ripetitività del riff.
"Sexy little thing" vi stamperà 'anni 80' sulla fronte. Struttura classica e riff quanto mai originale.
"Oh yeah". Solo il titolo dice tutto. Groove spinto a mille per il primo singolo estratto.
Si smorzano leggermente i ritmi con "Runnin' out", semplice e indimenticabile.
"Get it up" riaffonda il piede sull'acceleratore col suo riff vagamente orientaleggiante e misterioso e il suo ritornello da headbanging.
"Down the drain" (composta dall'intera band) inizia con un arpeggio che ben presto sfocia in uno dei riff più malati di tutto l'album. Wow.
"My kinda girl" è smaccatamente stile Van Halen, anche se solo dal riff non si direbbe. E sti cazzi, è un pezzone di hard blues robustissimo!
"Learning to fall" è la classica, immancabile, trascinante ballad. Peccato sia poco originale.
"Turnin' left" è l'ennesimo centro pieno. Personalmente quando parte non posso fare a meno di dimenarmi come un deficiente.
Con lo stupendo funk blues di "Future in the past" (composta dall'intera band, anche se si sente più marcatamente l'influenza di Chad Smith) si chiude questa esperienza, perchè quest'album è un'esperienza.
Esperienza che si prolunga di una traccia ("Bitten by the wolf" di Hagar/Satriani/Smith: ennesimo colpaccio costituito da un blues sanguigno e massiccio) se avete acquistato l'album su iTunes.
Vi sarete chiesti: "ma neanche una parola sugli assoli di Satriani"? No, perchè per fortuna il nostro amato professore ha saputo restare al suo posto nella sua prima esperienza in una vera e propria band, senza sbrodolarci gli ammenicoli con brodosi assoli superflui.
Vera sorpresa dell'album è Chad Smith, che picchia come un dannato! Chi lo avrebbe mai detto, avendolo sempre e solo ascoltato cimentarsi con le ritmiche funk dei Red Hot!
Stavolta la definizione di "supergruppo" combacia perfettamente col mio giudizio di "superalbum".

Oh, dimenticavo: Satriani assicura che "chickenfoot" non ha niente a che fare con le zampe di gallina che oramai segnano i volti dei notri eroi!

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