giovedì 9 luglio 2009

Avevo una strana sensazione riguardo a questo disco, ancor prima di ascoltarlo: sì che un libro non si giudica dalla copertina, ma un elefante su una pila di libri, un corvo che si avventa su un cavalletto con dipinto l'occhio di Dio, un bambino che apre una porta su uno sfondo stile "The Truman Show" e un generale senso di deja-vu (il tutto ricorda la copertina di "Awake" del 1994), non sono simbolismi arcani, sono elementi messi a cazzo.
Ma vabè, sarò io che non capisco l'arte.
Fino ad oggi i Dream hanno saputo deliziarci con album che avevano tutti un'anima, qualcosa da dire, anche se non erano tutti originalissimi (vedi "Octavarium" del 2005 e "Systhematic Chaos" del 2007).
Ed eccoci qua, con questo...questa...COSA tra le mani. Sì, perchè definire questo un LP (Long Play) mi pare eccessivo. Oddio lungo è lungo, è il contenuto che manca.
Il numero di canzoni cala drasticamente a 6, per una durata complessiva di 74 minuti. Molta carne al fuoco o solo fumo? Analizziamo caso per caso, come nostra abitudine.
"A nightmare to remember" è sì un incubo, ma da dimenticare. Ai tempi di "Six degrees of inner turbulence" (2002) i Dream in 14 minuti ti confezionavano un capolavoro immortale come "The glass prison", ora in 14 minuti ti confezionano una sequela di growl (messaggio per Mike Portnoy, batterista: lascia perdere il growl, non sei capace), riff strasentiti, e una cattiveria sonora francamente fuori luogo.
"A rite of passage" quando inizia sembra prendere col suo riff sincopato, ma si rivela anch'essa banale durante l'ascolto, nonostante l'accelerata finale. Personalmente odio il ritornello, ma conosco persone a cui di tutta la canzone piace solo quello. De gustibus. Almeno ha una durata decente, "solo" otto minuti.
"Wither" è il classico pezzo messo lì per le radio (cinque minuti), che poi non lo passano comunque.
"The shattered fortress" è il capitolo conclusivo della 'saga dell'alcool' (dodicesimo ed ultimo episodio che parla dei problemi con l'alcool di Portnoy) ed è un medley autocelebrativo degli episodi precedenti. Insomma, 13 minuti di riempitivo inutile.
Prima di gridare al miracolo per "The best of times", sappiate che, oltre a iniziare come un pezzo di "Octavarium", ci sono scopiazzature di "The spirit of radio" dei Rush e dei passaggi che assomigliano SPAVENTOSAMENTE a "La fisarmonica" di Gianni Morandi e a "Parsifal" e "Uomini soli" dei Pooh! Fateci caso. Gradevole plagio da 13 minuti.
Alleluja. Alleluja. Alleluja. Finalmente una canzone degna, non fntastica, ma degna. "The count of tuscany" poteva benissimo durare meno di 20 minuti, ma non cerchiamo il pelo nell'uovo, soprattutto se è l'unico uovo a non essere marcio. Finalmente degli spunti originali e DAVVERO progressive. Melodia accattivante che vi entrerà facilmente in testa (anche se solo dopo diversi ascolti, vista la lunghezza della canzone).
Inoltre in tutto l'album si sente un calo generale di James La Brie (voce), sia in potenza che in tonalità: scelta voluta o scelta forzata dai suoi problemi alle corde vocali? Solo il tempo ce lo dirà.
Concludo citando il mio amico Albo, grande appassionato di progressive e di musica in generale, che ha snocciolato i seguenti consigli per i Dream Theater:
"1) Levare il microfono a Mike Portnoy o magari andare proprio da lui e urlargli: NO, NON SAI CANTARE E NON SAI FARE GROWL. PUNTO.
2) Fare sbattere la testa a John Petrucci (chitarrista, NDR), magari nello stesso modo di quando l'ha sbattuta , da un po' di anni a questa parte.
3) Prendere in considerazione che John Myung (bassista, NDR) ESISTE: si , perchè non fa un bel tubo in questo cd e mi sembra l'unico rimasto con un barlume di cervello lì dentro.
4) Eliminare Jordan Rudess (tastierista, NDR): sì, levarlo da questo gruppo, concedergli una parte in qualche lavoro OUT Dream Theater. Nulla togliendo alle sue capacità, ma fa sempre 'na cosa. Ha rotto il cazzo.
5) Prenderli tutti e cinque e fargli ascoltare cento volte "Images and Words" (loro album del 1992, NDR) e "Awake", e in qualche modo cercare di rimuovere dalla loro testa gente come i Muse, i Metallica, gli Aerosmith, gli U2 e Joe Satriani."
Grande Albo!

Versione di "A rite of passage" mutilata per la TV e le radio.

1 commenti:

Albo Abourt ha detto...

Completamente d'accordo. (però a me Rite of passage piace solo per il ritornello :D )
Mi sono caduti dal cuore, seriamente...

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