domenica 8 novembre 2009

A tre anni di distanza dal buon "Christ Illusion", gli Slayer ci sbattono in faccia il feroce "World Painted Blood". Quaranta minuti scarsi in cui il muro sonoro dei macellai californiani vi travolgerà senza compromessi, giusto per farvi capire che stavolta non si cazzeggia.
Scritto e registrato in poco più di quattro mesi, l'album è composto da undici canzoni di cui sei composte da Kerry King (chitarra) e cinque da Jeff Hanneman (chitarra). Ricordiamo che dal precedente disco dietro le pelli troviamo Dave Lombardo, tornato dopo diversi anni di pausa dalla band, in cui era stato sostituito dal bravissimo Paul Bostaph. Al microfono come sempre Tom Araya e dietro il mixer l'ormai onnipresente produttore del thrash, Rick Rubin. Il sound non è pulitissimo, anzi è pesante e polveroso come dovrebbe essere. Stiamo parlando degli Slayer, non dei Teletubbies.
Originale l'idea dei continenti composti da ossa per la copertina, suddivisi in quattro copertine diverse, che unite formano la mappa del mondo. Per la serie "evviva i metallari nerd che si comprano quattro volte lo stesso disco per avere la mappa completa".
Vista anche la scarsa facilità di reperire informazioni e curiosità sull'album, passiamo alla recensione.
Si parte subito in quinta con la title track "World Painted Blood", secondo singolo estratto dall'album, col suo riff furioso di chiara matrice Hanneman, esaltato da dei break molto più melodici rispetto al recente passato. Ciliegina sulla torta la voce di Tom Araya, che a mio parere col passare degli anni si fonde sempre meglio col sound della band. Grazie anche al suo assolo allucinato ricorda molto alcuni pezzi classici del periodo anni '80.
Velocità è la parola chiave per definire "Unit 731", e se avete presente il riffing e il drumming furiosi dei bei tempi passati, potete farvi subito un'idea: neanche il tempo di riprendersi dagli assoli incrociati di Kerry e Jeff che finiscono i due minuti e mezzo. E ti senti come se ti fosse passato addosso un tir di cui ovviamente non hai fatto in tempo a prendere la targa.
Non si rallenta nemmeno con "Snuff", un macigno che vi rotola sul collo a tutta velocità, tanto per cambiare. Queste sono le canzoni che ti fanno capire che ormai il metal è libero dalle influenze esterne che lo snaturarono negli anni '90, rendendolo spesso quasi irriconoscibile: moltissimi gruppi stanno tornando alle loro radici e al sound che ha reso grande questo genere.
Segue una spettacolare "Beauty Through Order" che, dopo una partenza molto "Season In The Abyss" (1990)... prosegue proprio come se fosse stata composta per quel grande album! Il ritmo quasi marziale cede il passo solo a metà pezzo a un assolo con conseguente cambio di tempo e di riff semplicemente da oscar. Headbanging assicurato per un probabile futuro classico che sicuramente farà i morti (letteralmente) sotto il palco.
Partenza bruciante anche con "Hate Worldwide", terzo singolo estratto, la colonna sonora metal perfetta per un frullatore, vista la cattiveria che la permea e la velocità di esecuzione.
Il metallo pesante estremo allo stato dell'arte in questo album prende il nome di "Public Display Of Dismemberment", composta da un Kerry King in stato di grazia che concentra praticamente tutte le idee che lo hanno reso famoso nella sua carriera assieme al collega Jeff in due minuti e mezzo bestiali.
"Human Strain" è decisamente permeata da un'atmosfera più elaborata, ma non per questo meno "angosicante", grazie alla sua ritmica martellante e al fantastico cantato di Araya, interprete fondamentale per la riuscita del pezzo.
Sul filone della sperimentale "Jihad" dal platter precedente, Kerry King ci propone "Americon", diversa e più accessibile, verrebbe quasi da dire "commerciale", ma stiamo pur sempre parlando degli Slayer.
Si torna al sound classico con "Psychopathy Red", primo singolo estratto, che definirei con due aggettivi contati: fottutamente geniale. Punto. E' già un classico. Un classico che ti strappa le ossa dal corpo e te le sbriciola in due minuti.
Tornano le atmosfere malate di "Human Strain" con "Playing With Dolls", fatta apposta per sedare (relativamente al sound degli Slayer, ovviamente!) l'ascoltatore in vista della conlusiva "Not Of This God", tornado sonoro concentrato di furia compositiva e odio.
Si vocifera che questo potrebbe essere l'ultimo album degli Slayer. Spero vivamente di no, perchè ci hanno dimostrato ancora una volta chi è che comanda con un album non perfetto ma diretto a un preciso pubblico che vuole esattamente quello che vi ho descritto. Fanculo le sperimentazioni e le contaminazioni, gli Slayer sono unici. Puoi odiarli, puoi amarli, puoi non capirli, ma sono lì e, fidati, anche se non li caghi, prima o poi ti troveranno loro. E' stato così anche per me e lo sarà anche per i metalheads che ancora devono nascere per scoprire capolavori come "Reign In Blood" (1986).



Chi acquisterà l'edizione limitata di "World Painted Blood", godrà anche di un DVD bonus intitolato "Playing With Dolls": trattasi di un cortometraggio molto sanguinolento (realizzato in stile filmati di Max Payne) che ha per colonna sonora le canzoni del disco.
Eccovelo per intero. RIPETO: NON PER STOMACI DEBOLI!!!


1 commenti:

Vitoner ha detto...

Post aggiornato con video integrale del DVD bonus "Playing With Dolls"!

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